lunedì 8 dicembre 2008
Le più insostenibili sono quelle dei dipinti e delle arti figurative in generale; ma anche quelle che ti dicono "l'autore voleva dire questo" non sono da meno. L'interpretazione. No?
La mia riflessione è semplice: come si può peccare di presunzione al punto di esprimere qualcosa di già espresso? Per di più pretendendo di dire meglio. Ridurre, semplificare, ma anche banalizzare. 
O peggio, nel caso dell'arte figurativa: come si può voler mettere in parole qualcosa di volutamente inespresso. Come si può urlare il taciuto? E il gusto della similitudine?!
E' come passare dall'erotico al pornografico. E' schiaffeggiare la mano della Venere del Botticelli per far vedere cosa c'è dietro - ed è immaginabile cosa c'è dietro! E' come dare del fallito all'artista.
L'artista ha già detto tutto ciò che doveva dire. Se qualcuno ha da dire di più, che faccia lui, ma con la sua voce.
La contemplazione o la lettura di un opera è sufficiente.
L'esempio delle scuole non è l'unica situazione a cui mi riferisco, ma userò quello per comodità. Alle superiori, mi fracassavano i gioielli con quelle litanie recitate dall'insegnante come fossero oro colato - e magari lo erano; ma se mi avessero dato i mezzi anziché sfiancarmi e farmi perdere il gusto! Mi avessero fornito le lenti giuste per vedere, non la fotografia di com'è secondo altri. Poi ad un adolescente: ribelle per definizione!
E ancora, cari critici, con tutto il rispetto, basterebbe ogni tanto scrivere "io penso che", "a mio avviso" oppure "l'emozione che mi dà è". Il mondo è fatto di opinioni, perché le verità sono troppe e troppo diverse per essere vere tutte. Mettetemi davanti alla Gioconda e qualcuno si azzardi a dirmi che ride! O qualche altro pirla dica pure: "per me è enigmatico da paura." Complimentoni! risponderei. 
Per me, invece, da Vinci ha dipinto 'sta tizia. Punto e basta. La verità è il quadro. L'interpretazione è finzione.  Il resto sono opinioni.
E, appunto, la mia è solo un'opinione come un'altra.

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