martedì 30 settembre 2008

Bene, è giunta l'ora... la prima ricetta! Uff... ansia. Partiamo con qualcosa di facile facile.
La pappa col pomodoro, o meglio non quella tradizionale, anche se ci va molto vicina. La pappa come la cucino io, insomma. 

Prima di iniziare, nonostante questa ricetta sia un po' variata, alcuni consigli li estenderei a qualsiasi versione del piatto toscano: 
- I pomodori. Che siano buoni, per favore! Sennò è come fare il brodo con le bucce di zucca.
- Il dado. Semplicemente bandito (e penso che non servino spiegazioni a riguardo).
- Il pepe. Sconsiglio sempre di farlo cuocere, qualsiasi cosa dicano le altre ricette.
- Il pane raffermo. Sciocco, ovvero senza sale, e bianco. Quello toscano, appunto.
- La fiamma. Bassa. Le cose si fanno con calma, non vorreste che i vostri genitori nella fretta di darvi un nome vi avessero chiamati cose tipo... Asduarda o Buonpinterio.

Bene, mano ai mestoli!
Si fanno soffriggere a fiamma bassa un paio di spicchi d'aglio tritati, in poco olio. Intanto si sbollentano i pomodori (1/2 kg circa, le dosi sono per 3 persone) per poi pelarli. Io li passo quattro minuti nel microonde. Una volta pelati, si spezzettano grossolanamente e si mettono nella pentola del soffritto, a fiamma bassissima e coperti. 
Nei cinque minuti che si cuociono (il tempo varia a seconda di quanto li avete fatti sbollentare prima) ci si procura il brodo vegetale. "Come? Il brodo in cinque minuti senza dado??", sì, SENZA DADO. Io centrifugo uno zucchino, una carota e mezza cipolla, e metto il succo ottenuto nel microonde per qualche minuto. Ovviamente aggiungo un po' d'acqua. E' buonissimo, leggero e molto semplice. Sennò, preparatelo prima e qui c'è una ricetta base.
Si coprono i pomodori con questo brodo, si aggiunge del basilico e si sala. Ora, si continua a cuocere per 5-10 minuti, sempre rigorosamente a fiamma bassa e col coperchio.
E' giunta l'ora di aggiungere il pane raffermo (io ne metto 3-4 etti) e anche questo si fa a pezzettoni. Si mescola per bene, si copre nuovamente e si fa cuocere, poco.
Quando è pronto, si spegne il fuoco e si aggiungono il pepe (a gusto vostro) e altro basilico. Una bella mescolata e.... buon appetito!
Al prossimo post.

Writing down the bones è il titolo originale del libro. E questo ci spiega molto del suo contenuto. 
"Se scrivendo vien fuori qualcosa che vi fa paura o vi fa sentire esposti, tuffatevici dentro. Probabilmente è carico di energia." 

Considerato uno dei più importanti manuali di scrittura creativa, riesce ad essere molto di più. Natalie Goldberg ci accompagna nel mondo dello scrivere per scrivere, senza nessun altro fine. Quindi, agitare la penna non per una novella o una poesia (almeno all'inizio), ma per conoscere se stessi e riuscire a coadiuvare il mondo e il proprio essere in un fascio sottile che è il tratto del nostro inchiostro. Ti insegna che scrivere deve insegnarci a vivere e che la vita deve insegnarci a scrivere.

Quando lessi per la prima volta Scrivere Zen, ebbi la sensazione che tutto si modificasse intorno a me, che ogni rumore e profumo diventasse più forte, in qualche modo. Spesso rileggo un capitolo qua e là,  mi diverto a fare gli esercizi che propone e mi incanta ogni volta di più. E' uno dei libri da cui non mi separerò mai e questo è il motivo per cui oggi ho voluto farvelo conoscere.
lunedì 29 settembre 2008

Ma la vita è mai musica? A volte è tutt'altro. E' un frastuono, un borbottare un gorgoglio di melma che ci travolge e ci trascina fino a valle, a costringerci a tenere i piedi per terra. Talvolta ci raschia via anche da qui e ci porta più giù.
Ma spesso la vita ci permette di poter volare anche tenendo i piedi per terra, confrontandoci ogni giorno con le nostre responsabilità e i muri da scalare. Basta volerlo e diventa musica
E' quello che traspare in ogni singola parola di questo blog: in punta di piedi. E' ciò che mi ha colpito in pochi sguardi e che mi ha fatto venire voglia di farvelo conoscere.
E' il diario di una madre affettuosa che ci testimonia ogni conquista, ogni aneddoto e ogni scoperta di sua figlia e del suo rapporto con lei. Dovrebbe essere una fonte di ispirazione per molte madri di oggi e di ieri.
Visitatelo e... niente, visitatelo. Al prossimo post.

Oggi, volevo parlare di qualcosa di bello tipo un libro o un film. Invece ho ritenuto più urgente affrontare un argomento che è emerso in una discussione con amici  un po' di giorni fa e con mio padre ieri sera: la tendenza di molti a cambiare automobile entro pochi anni dall'acquisto della stessa affinché sia valutata al maggior prezzo possibile.
Ovviamente, non tutti questi veicoli vengono riacquistati come usati. Quindi la mia domanda è: quanto viene riciclato dell'auto e quanto invece viene termovalorizzato o, peggio, quanto viene disperso nell'ambiente? Siccome non voglio tediare troppo i cosiddetti con cifre e numeri, invito i più interessati a consultare questo articolo - anche se è un po' datato lo ritengo molto interessante. 
In breve, nel link si afferma che nel 1997, su 2 milioni di auto rottamate (oltre 1.700.000 tonnellate di rifiuti) l'80% è stato riciclato, mentre il resto è finito in varie discariche e ben 306.000 tonnellate di materiale è stato disperso nell'ambiente. Ho fatto due calcoli banalissimi, ed è risultato che nel 1997 abbiamo abbandonato nel suolo un volume di materiale il cui peso si aggira intorno a quello di 360.000 automobili.
La Direttiva Europea 20007/53/CE stabiliva un po' di obiettivi e, secondo quest'altro articolo, non sono stati pienamente raggiunti, almeno in Italia. Infatti, entro il 2006, doveva essere riciclato almeno l'85% dell'auto, ma in Italì si ricicla ad oggi soltanto l'81% circa. Ma come ho già detto, non voglio entrare troppo in dettagli e in meriti, anche perché né la Direttiva, né qualsiasi altro documento può cambiare il fatto che mi ha toccato. 
Il punto è: considerando il costo ambientale dello smaltimento di un auto (senza neanche contare quanto costi produrne una nuova), ci sentiamo davvero tanto importanti da anteporre il nostro interesse finanziario all'importanza dell'ambiente? Voglio dire, qualche migliaia d'euro contro il valore dell'ambiente...?
Ci sono tante cose che non funzionano e non metto in dubbio che tutti consumiamo e tutti inquiniamo, ma penso anche che sarebbe il caso di fare un uso più coscienzioso di quello che ci viene messo a disposizione.

Vi invito soltanto a rifletterci su e considerare gli articoli che ho proposto per fare nuove riflessioni. Ogni commento è ben gradito. Grazie e al prossimo post.
domenica 28 settembre 2008

Ho scoperto solo recentemente (alla buon ora), che i tanto criticati podcast non sono tenuti solo da gente che ha il dono della parola e un cervello sotto sale. 
La folgorante rivelazione l'ho avuta cercando di studiare una nuova lingua. Lo spagnolo.

Ma perché insozzarsi la vita da buon universitario fuori corso con un idioma straniero?
Per curiosità; perché conoscere più lingue significa poter comunicare con più persone; perché tiene allenato il cervello e la memoria (e chi mi conosce sa che ne ho bisogno); perché se essere bilingue vuol dire avere una doppia personalità, figuriamoci essere trilingue! 

Quindi, motivazioni a parte: in quasi due mesi di studio posso dire di essere arrivato a un buon livello per farmi capire a gesti e gestacci. Come? Con dei manualetti, certo, ma soprattutto coi podcast, e qui ne consiglio alcuni:
Notes in Spanish: video e audio molto utili sulla vera lingua, ovvero conversazione e slang, registrati da una simpatica coppia che vive a Madrid. Sono un loro fan, lo ammetto.
Lingus Tv: una divertente sitcom in lingua spagnola pensata apposta per lo studio della lingua.
Spanish Podcast: una serie di dialoghi con spiegazioni, focus grammaticali e lessicali in lingua spagnola.

Ovviamente questi podcast si trovano anche attraverso itunes, ed è molto più comodo tenerli sull'ipod per poterli seguire ovunque.

Al di fuori dei podcast, vorrei segnalare la sezione dedicata alle lingue del sito della BBC, molto ben fatta anche per tedesco, francese e italiano (ma si spera di non averne bisogno). Nella parte dedicata allo spagnolo c'è una cosa geniale: Mi vida loca, un giallo a puntate interattivo utilissimo per imparare in modo divertente.

Quindi, come dice il titolo di un buon corso dell'Espresso, ¡al trabajo con el español


sabato 27 settembre 2008

Essendo prossimo alla tesi di laurea e privo di idee per l'argomento, il mio relatore mi ha proposto un libro da leggere che dovrebbe darmi il colpo di genio.
Nonostante sia arrivato a leggerne soltanto un terzo per ora, mi sento già di consigliarlo anche a voi.

Il testo è di Peter More, definito dal "Sydney Morning Herald" come il Jim Carrey della narrativa di viaggio australiana. L'autore narra il suo viaggio intrapreso negli anni '90 per fare ritorno a casa, in Australia, partendo da Londra. 
Il fatto eccezionale è che non prende un aereo, come chiunque dotato di buonsenso avrebbe fatto. Sceglie, invece, di tornare via terra - la strada sbagliata, appunto - per caparbietà e per seguire il mito del viaggio Hippy della fine dei '60.
Strada sbagliata perché il viaggio avviene negli anni delle guerre in Iugoslavia; perché richiedeva duemila visti per le nazioni da attraversare; perché è un viaggio interminabile fatto in autobus, treni, traghetti, e molti mezzi che sarebbero adatti a coprire una distanza massima di 50 km volendo esagerare; perché è un viaggio rischioso, "non turistico", quindi senza salvagenti per noi, figli del tour all-inclusive e del soddisfatti o rimborsati.
Questi appunti sono corredati di aneddoti brillanti, osservazioni dure (a volte non politically correct), ma anche simpatiche sul mondo, sul turismo e anche sugli italiani all'estero.

Questo è il link da dove l'ho acquistato io. Quindi buona lettura e al prossimo post.


venerdì 26 settembre 2008
"Mind is Reality" è lo spazio che, dopo pensamenti e ripensamenti, ho deciso di creare per parlare di tutto ciò che mi passa per la testa. 

La mente.
Perché dà il potere di crearsi il proprio mondo, a volte formato da immagini distaccate dal vero; più belle o meno belle. A volte, invece, queste immagini sono sincere in un modo sconcertante.
Comunque sia, ci dà l'unica interpretazione di ciò che conosciamo e pertanto può definirsi la realtà.

Il Blog.
Perché ho duemila interessi che mi confondono e mi arricchiscono la vita; il blog è il veicolo per mezzo del quale, se vorrete, cercherò di rendervi partecipi delle mie passioni e quindi della mia realtà.

Speranze.
Da parte mia,  di avere costanza nello scrivere in questo spazio.
Da parte vostra, non ne abbiate perché non ci sarà un tema, un filo logico o una motivazione univoca per quello che probabilmente scriverò. Se per questo o per qualsiasi altro motivo, non troverete niente di interessante per voi, considerate che il web ha dimensioni sconfinate.
 
Grazie della visita e al prossimo VERO post.