sabato 25 ottobre 2008
Arrivano i malanni di stagione. Il kéfir è un rimedio naturale su tutti per aumentare le difese immunutarie.
Antenato sì, però non della MarcuzziAntenato dei probiotici tanto in voga oggi, di cui Alessia (simpaticissima) ne sponsorizza una marca. L'avete vista tutti: è quella in cui narra le gesta eroiche del bifidus nella lotta alla stipsi... riassumendo. Tra l'altro, guardate questo link, e vedrete quanto ci prendono in giro con le pubblicità.

Che cos'è il kéfir? E' una bevanda ottenuta dalla fermentazione del latte, vecchia di millenni e non riproducibile in laboratorio. Questo processo di fermentazione (che non richiede la yogurtiera) è permesso dai fermenti di kéfir, formati da un polisaccaride chiamato kefiran che ospita colonie di batteri e lieviti in associazione simbiotica.

Cosa ha in più rispetto agli yogurt e ai probiotici in commercio?
Lo yogurt, per legge, ha solo due batteri: Lactobacillus Bulgaricus e Streptococcus Termophilus - ovviamente, quello della Marcuzzi ha anche il bifidus essensis
Il kéfir di batteri ne ha decine. Inoltre contiene lieviti buoni, molte vitamine, minerali, amminoacidi e enzimi (calcio, fosforo, magnesio, vitamine B2 e B12, vitamina K, vitamina A e vitamina D e triptofano). Ovviamente, se fatto in casa, ha anche tutti i vantaggi della scelta degli ingredienti e della fiducia totale nel produttore: voi stessi.

Gli effetti benefici del kéfir sono tanti e li trovate qui, anche se spesso si cerca di screditarlo. Penso che questo dipenda dalla diffidenza che segue la moda e la mitizzazione eccessiva di un prodotto. Purtroppo questi sono i mostri che creiamo noi. Avvenne lo stesso per il Kombucha Tea e per altri rimedi alternativi. Un'altra parte della colpa penso che sia attribuibile alla medicina occidentale e allo Stato, ma queste sono soltanto idee mie... Io evito i medicinali da molto tempo, finché posso, e cerco di curarmi con l'alimentazione. Da quando ho iniziato a consumare regolarmente il kéfir, ho notato che anche i raffreddori mi beccano più raramente, sono p regolare di intestino e lo digerisco benissimo, a differenza del latte e dello yogurt.

Il sapore.  E' simile allo yogurt, solo è più liquido, frizzante e leggermente alcolico. Ottimo, almeno per me; soprattutto se accompagnato con miele, marmellata, frutta secca o fresca. Alcuni lo gustano anche nel caffè. Della bevanda esistono tante varianti, tra cui la più comune è il kéfir d'acqua di cui parlerò in un prossimo post.

Il procedimento per la preparazione del kéfir, lo trovate qui. I granuli o fermenti, anche se per tradizione sono tramandati (dato che crescono), io preferisco prenderli da colture controllate; come qui e qui
Buona salute a tutti!
venerdì 24 ottobre 2008

Oh, di nuovo al mestolo! 
In tema di riciclaggio e di ambiente, in tema di riduzione degli sprechi, perché non iniziare dalla cucina? Ci si può divertire e godere infinitamente col palato a riutilizzare gli avanzi. 
Mia nonna Rosa reimpiegava tutto. Figlia delle due guerre, esasperava il concetto di risparmio a livelli stratosferici. Niente aveva una scadenza, neanche quando solo un annusata del cibo incriminato mandava dritti dritti al Creatore. 
Forse mia nonna Rosa era  un po' eccessiva (anche se non si poteva biasimare), ma riciclare un brodo avanzato, come ho fatto io, è certamente cosa fattibile.

Mercoledì, avevo fatto la pappa al pomodoro e mi era avanzato del brodo vegetale - un brodo abbastanza ricco, stavolta, quasi un passato. Quindi ho visto cosa c'era in dispensa e ho deciso di riciclare: 3 zucchine; una cipolla; vino rosso; farina; burro; parmigiano; paprika; peperoncino; il brodo.

Preparazione:
Ho fatto soffriggere la cipolla in poco olio, a fiamma bassa, in un tegame col fondo spesso. Una volta imbiondita, ho bagnato col vino rosso e ho calato gli zucchini fatti a rondelle di 1/2 cm. Ho alzato la fiamma per far ritirare il vino e ho riabbassato la fiamma per far cuocere gli zucchini cinque minuti, mescolando di tanto in tanto.
Ho aggiunto il brodo e coperto la pentola. Dopo cinque minuti di cottura, quando gli zucchini erano ancora un po' duri, ho salato, messo il peperoncino e mezzo cucchiaino di paprika, ho grattato un po' di parmigiano, messo una noce di burro e una spolverata di farina per far raddensare il brodo in eccesso. Ho mescolato e assaggiato (per regolare meglio gli ingredienti se fosse stato necessario, ma, ovviamente, era già perfetto!). Ho spento il fuoco e coperto il tegame. Ho lasciato riposare per qualche minuto e... servito.
Buon appetito!
giovedì 23 ottobre 2008
Finalmente!! L'adamantina Ani Difranco ha strimpellato un nuovo album. Inutile che mi dilunghi in commenti per i quali non ho le competenze e che altri hanno già speso. 
Dall'ultimo album ero riemerso dubbioso; ma dai primi ascolti, quest'ultimo lavoro mi pare che sia frutto della stessa Ani di cui mi innamorai ai tempi di Revelling/Reckoning
Comunque, mi rimetto a voi. Ani o si odia o si ama, e quindi anche questo post è inutile, in quanto non convincerà nessuno.
Incollo qui una registrazione di Landing Gear in sala d'incisione. 
Bene, orsù! Buon ascolto...

lunedì 20 ottobre 2008




Stamattina, ho deciso. Ho fatto la mia prima gita di scrittura da solo, al mare. Una sfida con me stesso. 
Sembrerà una sciocchezza, ma non è stato semplice farmi vedere da solo a scrivere su un scoglio. Contemporaneamente, avevo la necessità che qualcuno mi vedesse. Come se  lo sguardo di qualcuno mi legittimasse o meno a continuare a usare il mio tempo per scrivere di niente.
Salvo qualche immagine bella, uscita casualmente, non ho neanche prodotto niente di buono. 
Dopo un'ora chino sul quaderno a scrivere boiate, ho capito che questo era l'importante: scrivere, indipendentemente da tutto e tutti. Indipendentemente dalla gente che mi guarda o che se ne frega; indipendentemente dalle mega minchiate, straccia coglioni che possa aver scritto. 
Una mattinata così, d'allenamento e di rivelazioni.
Ho approfittato della gita per fare qualche foto. Sono quelle che vedete qui sopra.
Utilità di questo intervento: nessuna. Lo so. 
Al prossimo (spero più utile) post!
giovedì 16 ottobre 2008

Oggi mi sono messo a riflettere su un capitolo di Wild Mind (Natalie, ormai è mia amica). Afferma che scrivere è come qualsiasi altra cosa che viene da dentro. Nel capitolo, la Goldberg fa riferimento al correre. Se cacciamo "la scimmietta" (così definisce la parte di noi che è cosciente e critica), possiamo scrivere o correre. La base è sempre la stessa, liberarsi. "Se mi dimentico chi sono, allora posso essere un corridore" (cito traducendo alla buona).

La mia riflessione è questa: se è vero quello che dice Natalie Goldberg, allora chiunque si liberi da se stesso (ciò che vuole o pensa di essere) è capace di tutto
Siamo tutti capaci di sogni stupendi. Perché? Perché non possiamo controllarli in nessun modo. Quindi lasciamo fuori il critico. Se gettiamo il nostro inconscio in qualcosa - ma seriamente - allora diventa arte. 
Vi faccio un esempio sulla cena di cui vi ho parlato ieri. Non riuscivo a cucinare perché mi mancava un'ingrediente. Mi scervellavo su come reimpiegare i gamberi e i fiori di zucca. Allora ho detto: "si fotta la ricetta, faccio ciò che voglio!". Accantonata la ricetta e quello che volevo a tutti i costi fare (la scimmietta), ho iniziato ad accostare sapori seguendo il mio gusto e quello che mi diceva l'istinto. Il risultato è che i miei zii sono rimasti stupiti. Avviene lo stesso quando dipingo, scrivo o faccio qualsiasi altra cosa. 
Se segui una ricetta sei un esecutore, se vai d'istinto sei un cuocoLe tecniche non esistono. Le costruiamo noi con la nostra mente cosciente e critica e, per tanto, uccidono l'arte, perché ci vietano di liberarci. E' bene conoscerle per  metterle da parte. Consideriamole solo dopo, quando rileggiamo, assaggiamo, osserviamo il nostro lavoro.

Esempio pratico:
Se pensate di non saper far niente, ballate per un periodo, lungo quanto decidete voi. Lasciatevi andare, non vi guarda nessuno e non vi serve la musica. Muovetevi come vuole il vostro corpo, come vi piega l'aria e senza pensare a cosa viene fuori. Fregatevene di come sembrereste su un palco perché non ci siete sopra. Se sarete veri, sarete bellissimi. Sussurratevelo.
E poi, scrivete, dipingete, fate qualsiasi cosa che dite che non vi riesce. Non fermatevi a giudicare o a pensare; non ci sono regole, temi prescelti (potrebbe essere quello che avete di fronte a voi). Fatelo e basta. Mantenete lo spirito che avevate mentre ballavate. Lo stesso, preciso, stato mentale. 
mercoledì 15 ottobre 2008

Come organizzare una cena creativa. L'altro ieri, grande festa in quel di Ponsacco! Come tutti gli anni sono arrivati gli zii e per il menù avevo intenzione di fare fuochi d'artificio alla fiamma per stupire tutti e restare sul leggero. Perciò ho preso delle ricette, le ho rimescolate, rinventate e ricucinate.
Gli ingredienti base erano una zucca a polpa rossa, zucchini e fiori di zucca, e tutto doveva girare intorno a questi, col divieto assoluto dell'uso della carne. Quindi ho preparato un risotto alla zucca coi fiori, seppie alla griglia ripiene di zucchini, gamberoni saltati avvolti nella bietola e fiori di zucca ripieni alla menta.

IL RISOTTO DI ZUCCA. Ho usato la ricetta tradizionale, solo che due minuti prima della fine della cottura ho aggiunto i fiori di zucca tagliati a listarelle sottili.
LE SEPPIE RIPIENE. Ho pulito le seppie, piccole e fresche (18!) e le teste le ho usate per un brodo di pesce con le teste dei gamberi ben pulite, della carota e mezzo pomodoro.
 Ho saltato la buccia di tre zucchine (l'interno è finito nel brodo per il risotto, insieme al mezzo pomodoro avanzato), le ho salate e ho messo un po' di peperoncino; ho coperto col brodo di pesce e fatto evaporare, per poi raddensare il tutto con un poco di farina.
Una volta freddato questo ripieno, ho farcito le sacche delle seppie, le ho fermate con lo spago e le ho grigliate a fuoco lento finché non hanno preso colore.
LE CODE DI GAMBERO. Ho fatto insaporire un po' d'olio con aglio e timo. Ho saltato le code sgusciate (15) divise a metà nell'olio aromatizzato con poco sale per meno di un minuto. Dopo, ho avvolto le code in foglie di bietola sbollentate in poca acqua e sale e fatte freddare con succo di limone.
I FIORI RIPIENI ALLA MENTA. Ho fatto l'impasto con tre patate lesse, lo zucchino che mi era avanzato crudo e tritato finemente, alcune foglie di menta, parmigiano, sale, pepe e due uova. Ho farcito i fiori (15), li ho avvolti bene e li ho cosparsi di parmigiano e pan grattato. Il tutto è andato in microonde con grill per una decina di minuti.

Ta-dan! Ecco la cenettina variopinta che ho presentato. Purtroppo non ho avuto tempo di fare le foto perché ero incollato ai fornelli. Al prossimo post!
lunedì 13 ottobre 2008
Da Tori Amos, con "Yo George", a Madonna con il video incensurato di "American life"; dal documentario scioccante "11 settembre 2001 - inganno globale" trasmesso in Italia da Report alle denunce di molti intellettuali americani. L'America ha tutti i difetti che ci possano venire in mente, ma certamente ha anche un forte senso della libertà di parola. Persino George Bush, discutibile presidente, non viola questo diritto.
Pensiamo invece all'Italia, dove, come tutti sappiamo, questo diritto è tutelato dalla costituzione. Pensiamo a cos'è avvenuto a presentatori, opinionisti, comici italiani accusati di dire ciò che pensavano. Pensiamo a  Biagi, Lutazzi, Santoro (che grazie al cielo è tornato), Guzzanti ecc... Pensiamo alla libertà di espressione nel nostro paese, indipendentemente dal condividere o meno il pensiero di questi signori cacciati come fossero eretici al tempo della controriforma.
Ieri sera, a "Che tempo che fa", Fabio Fazio ha intervistato lo scrittore americano Paul Auster, che non si è mai scomposto nell'esprimere giudizi anche duri su George W. Bush. Una piccola parte dell'intervista è stata incentrata proprio su questo argomento: la libertà di parola. Incollo qui il video.

A chi si fosse perso questa intervista, consiglio di andarla a vedere nella videoteca del sito del programma, qui, non appena sarà messa online per intero.
Paul Auster ha anche presentato il suo ultimo libro "Uomo nel buio", il quale sarà uno dei miei prossimi acquisi. Buona visione a voi e buona fortuna agli scrittori italiani, che non penso siano tanto fortunati quanto quelli d'oltreoceano.

venerdì 10 ottobre 2008
Non usare l'aggettivo. E' la sfida che ci siamo dati io e la Virgi.
Mi è venuta questa idea perché quando scrivo, a volte, stampo una serie interminabile di aggettivi. Avviene quando vado di getto, senza il temibile censore interno.
Perchè sono così legato all'aggettivo? E' veramente indispensabile?Penso di no.
Certo che a volte è necessario: la mela può anche rosseggiare, ma più spesso è semplicemente rossa. Tuttavia, tanti aggettivi rallentano inevitabilmente la lettura. Rendono il pezzo più statico; si descrive quando si potrebbe trasformare il tutto in un breve racconto.
Sembrerà un consiglio banale, ma penso che a volte, nella foga di scarabocchiare, ce ne dimentichiamo.

"Le pennellate vorticano di colori che accecano. Cielo, nuvole e alberi. 
I tronchi che i secoli hanno increspato sembrano trasformarsi in esseri impegnati in una danza, e le fronde si mescolano con le foglie che gridano il loro verde.
Inspiro l'aria al di là della cornice e sento i rumori. Soffiano e cullano e graffiano."


giovedì 9 ottobre 2008

Ieri io e la Virgi abbiamo fatto una delle nostre gite creative all' "Officina Perduta", pub bientinese. Per vari motivi - tanto tempo che non scrivevamo, un racconto a quattro mani da terminare e il trauma da foglio bianco - abbiamo deciso di lasciarci andare. Riniziare a scrivere per il gusto di scrivere, giocando nel vero senso della parola con l'aiuto della nostra stella protettrice (Natalie Goldberg).
Dopo aver cercato qualcosa di abbastanza forte da bere nel menù (io ho preso una trasgressivissima coca cola piccola e senza limone), abbiamo iniziato a scrivere facendo uno degli esercizi proposti nel libro Scrivere Zen.
L'esercizio consisteva nel descrivere un'azione tenendo ben presente quello che ci circondava nel momento in cui la svolgevamo. L'intento è quello di far notare allo "scrittore" come tutto ciò che fa e tutto ciò di cui scrive dipenda dal mondo che continua a esistere intorno a lui. Il tutto deve essere buttato sul foglio abbastanza velocemente, senza far troppo caso alla forma e alla grammatica, e soprattutto senza autocensurarsi
Trascrivo quello che è uscito dalla mia penna:

Il bastone di bambù inizia a farmi male stretto nei miei palmi. Ogni botta contro i rami dell'olivo sembra generare un nuovo callo.
Al di là di questo, non è neanche un po' piacevole stare sotto a una grandine di piccoli frutti verdi e viola. Frutti che si vanno a intessere nelle maglie della rete arancione, tra i ciuffi d'erba.
Guardare in su è anche difficile. Ho il terrore che un'oliva mi sfratti il bulbo oculare per sostituirsi a lui.
E il sole. La luce forte nonostante sia ottobre inoltrato e l'aria di ghiaccio mi stia screpolando le labbra. Ma nel breve momento in cui riesco a lanciare uno sguardo, le fronde danzano frustando il cielo terso. Le olive da grandine si fanno coriandoli leggeri che rigano l'azzurro.
Finché una fronda intera non si stacca sotto il mio mazzolare e mi cade in testa. Fin quel momento almeno, mi godo lo spettacolo.


martedì 7 ottobre 2008
Vi ricordate la mia delusione per la torta alle mele fatta col lievito per microonde? L'AMERICANATA DI TORTA??  E ricordate che avevo, infine, dato un'altra "scianz" a quel farabutto del microonde?
Bene! Ieri ho deciso di provare a modificare la ricetta, così, a braccio... E la mia teoria è stata confermata ancora una volta: le ricette scritte sono spesso asettiche. Perfettine, certo, ma senza personalità. Sono nella norma, con gli ingredienti misurati al micron, coi sapori calibrati... dos cojones!
Infatti, il mio bel dolcino è venuto buonissimo. Il contro è che ha visto solo un giorno (poche ore, anzi) di luce... Ecco la ricettina. Buon appetito!

Per l'impasto:
75 g burro o margarina a temperatura ambiente 
75 g zucchero (io ne ho usato metà grezzo e metà raffinato)
1 uovo 
1 pizzico di sale 
80 g farina 
40 g Amido di mais  
3 cucchiai di latte 
1/2 busta di lievito per microonde
1/2 pera abate
cioccolato fondente a pezzetti piccoli, quantità a piacere.

Per decorare:
1/2 pera abate
zucchero

Preparazione:
Sbucciare la pera e farne metà a dadini e metà a cubetti. Lavorare il burro a crema ed aggiungere gradatamente zucchero, uovo e sale. Impastare a cucchiaiate la farina mescolata con l'amido di mais, alternandovi il latte. Unire la metà della pera a cubetti, i pezzetti di cioccolato e il lievito. Versare l'impasto in uno stampo in pirex (diametro 24-26 cm) alto 5 cm con fondo e bordo foderati con carta da forno.(Io ho usato un tegame di terracotta imburrato.) Distribuire la metà della pera tagliata a fettine sull'impasto e cospargere con lo zucchero.
Cuocere a microonde a 650 Watt con grill per 8 minuti (9 minuti se a 600 Watt) e lasciare riposare il dolce per 10 minuti prima di sformarlo.
Avvertenza: il tempo è calcolato per la torta alle mele. Per questa variante io ho cotto l'impasto per 11 minuti col programma combo2 (circa 600 w). 
lunedì 6 ottobre 2008

Una regista agli esordi (Phyllida Lloy), più un gruppo storico (gli ABBA), più un cast elettrizzante, uguale MAMMA MIA! 
Il cast maschile è interessante, con un Pierce Brosnan canterino (che strano...); ma quello femminile è letteralmente una bomba. 
Amanda Seyfried, nei panni della giovane Sophie, stupisce con la sua voce dolce, e le due amiche della madre, Julie Walters (mamma Weasley in "Harry Potter") e Christine Baranski (reduce dal musical "Chicago"), risultano due degne compagne di Meryl Streep.
Alcune esibizioni fanno quasi scattare dalla poltrona, e qualcuno nel cinema, ieri sera, ballava e cantava da seduto, cercando di non farsi notare. 
Geniali "Lay all your love on me", "Dancing Queen" e "Super Trooper"; ma la grande Meryl, che non necessita presentazioni, supera se stessa (e il cast per intero) in "The winner takes it all". E la lacrima scende, o almeno ci va vicina. La sua esibizione è toccante, piena di commozione e energia.
Uscito dalla sala, con Diego e Fra, non ce l'ho fatta più e mi sono messo a cantare "Mamma mia" sulle scale. "Ieeees ai'v bin brochenarteeeeeeeed!!"  Ovviamente, una gran bella figuretta di... Ma che ci vuoi fare. Ogni tanto mi piglia.
sabato 4 ottobre 2008
Non è la prima volta che il microonde mi delude... e tutte le volte mi prometto di dargli un'altra opportunità.
Ho acquistato il lievito per microonde Paneangeli e, meraviglie delle meraviglie, sul retro di una bustina, ci trovo stampata la ricetta della torta alle mele.
Buona! Soffice, gustosa, semplice, e che ricorda le merende di una volta.
Con gli occhi illuminati dal pensiero di addentarla in pochi minuti, mi sono messo a lavoro. In tutto c'ho messo mezz'ora. E mentre mi apprestavo ad aprire il forno, la mia lingua era sempre più srotolata e gli occhi più spalancati e ansiosi.
Il risultato è quello della foto, una mezza delusione. Così ho deciso di consolarmi col sapore. Non male.
Ma lontaaaaano, lontaaaaano da quello della classica torta cotta nel forno  elettrico o, meglio ancora ventilato. Un'americanata, appunto. Un'Americanata Pie. 
Forno a microonde, ti darò un'altra "scianz"...
venerdì 3 ottobre 2008














In un'aria densa e colma di intolleranza, di cui quella razziale è solo una fetta, vorrei poter gridare dalla mattina alla sera che mi oppongo. Mi schiero, mi staglio mi punto con rabbia e dolore contro queste oscenità.

Queste sono le cose con cui dobbiamo combattere nel mondo incivile dell'occidente. E in Italia, che è sempre stata istmo naturale nel Mediterraneo, un ponte fra due sponde e più culture.
Mi vergogno, mi scandalizzo a ogni parola anche sussurrata che sia carica di sentimenti di intolleranza. E mi incazzo ancora di più (e qui inauguro le parolacce nel mio blog) quando, davanti a manifestazioni della nostra ignoranza radicata, in molti non si smuovono; la gente o è razzista o è satura di scempi simili al punto di non battere ciglio.
Come se non bastassero le parole, siamo arrivati a vere e proprie spedizioni punitive, guerriglie, e non servo certo io a rinfrescare la memoria sugli ultimi accadimenti. Chi non sa s'informi.

Spero che guardiate trasmissioni come Anno Zero, che consultiate i blog e i siti che parlano chiaro di persone chiare come Beppe Grillo, come Marco Travaglio. Spero che riflettiate tutti quanti, sia chi condivide i miei pensieri, ma SOPRATTUTTO chi non li condivide. Spero che tutti ci vergogniamo insieme e che gridiamo che tutto questo ci fa accapponare la pelle.
Mi sono accorto stanotte, che non riuscivo a prendere sonno dopo la trasmissione di Anno Zero, che non esistono (o ne esistono poche) immagini contro il razzismo nostre, del popolo (o popolino come certi ci vorrebbero definire). 

L'immagine in alto è il mio grido: fatene ciò che volete. 
Copiatela, salvatela, stampatela, fatene altre vostre ed esponetele e urlate contro l'intolleranza ogni volta che se ne presenta l'occasione. Vergogniamoci ma non più in silenzio. Iniziamo a urlare.
C'è un tremendo bisogno di dialogo e di cultura e ricordate che non c'è dio che ci possa salvare dalle nostre cazzate, ci siamo solo noi.