giovedì 30 aprile 2009

Paul Cézanne. Un caso strano. Lo strano caso di Paul Cézanne. 
Fin dalle medie ho visto quadri sui libri di scuola. Ho amato l'espressionismo, il cubismo, le avanguardie. Ho adorato gli impressionisti (come tutti, basta pensare al successo delle mostre di questo movimento, oggi). Li ho amati tutti, tranne Cézanne.
Definito piuttosto un post impressionista, precursore del cubismo, Cézanne faceva quei macchioni informi di colore, quei cespugli caotici di forme senza senso: questo era il mio pensiero. 
Finché non vidi dei quadri ad una mostra. 
La tinta spezzata che lasciava intravedere la tela; i toni precisi e sicuri che, con due tocchi, descrivevano una persona, un masso, un albero. Tutto il caos che vedevo prima, ora aveva un senso e mi innamorai all'istante e profondamente di quest'uomo.
Cézanne, che respira ancora nei dipinti: tu guardi un quadro e percepisci l'andamento del pennello, il fluire del corpo di Cézanne.

Lungi dall'illusione di avvicinarmi al suo genio, ecco il mio dipinto di oggi.


Pini.

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